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giovedì 29 agosto 2013

"La meglio gioventù...."


La tv ha riproposto "La meglio gioventù" ed io da sadica masochista quale sono, mi sono fatta nuovamente rapire da questo profondo, angoscioso, disarmante e incantevole film.

L'opera d'arte di Carlo Tullio Giordana tratta la storia di una famiglia romana in tutti i capitoli della loro vita, molti belli, molti orrendi, spalmando la vicenda in quaranta anni di storia, dagli anni sessanta fino al duemila.
I quarant'anni di narrazione sono i quarant'anni di storia anche dell'Italia, un ritratto sociale, storico e politico entusiasmante che fa da cornice alle vicende quotidiane della famiglia Carati.
La scrittura del film é affascinante, t'appiccica allo schermo e ti fa balzare dentro la storia come se tu ne facessi veramente parte, in dei momenti, il pathos mi fa provare vera sofferenza il che dimostra grande scrittura del film e grandissima interpretazione degli attori, i molti attori, tra i quali i protagonisti: Luigi Lo Cascio(Nicola), Alessio Boni(Matteo), Sonia Bergamasco( Giulia).
La narrazione ha il suo incipit nell'estate del 1966 dove i personaggi principali, giovani universitari, dopo una vacanza in Norvegia con il sogno negato di raggiungere Capo Nord si ritrovano a Firenze come "angeli del fango"ad aiutare la popolazione nel recupero della quotidianità dopo il terribile alluvione.
Da questo 66'in poi, la storia si avvia e a ritmo incalzante ripercorre epoche e vicissitudini vere del nostro Paese.
I temi affrontati sono molteplici: dai manicomi della legge Barsaglia ,alla contestazione giovanile, le lotte tra polizia e manifestanti, gli anni settanta con le BR, il terrorismo, il tema della morte, dell'amore, dell'insicurezza, la mafia, la corruzione politica, il perdono, il futuro.
Tutto, c'é tutto un mondo dentro questo film, a tratti un mondo che non capisci, a tratti ti arrabbi, a tratti ti emozioni.
Un film da vedere e da rivedere, un film che la scuola italiana dovrebbe far contemplare ai suoi alunni, storie d'Italia che i libri di testo troppo spesso non fanno comprendere.
Un film che mi fa soffrire ogni volta che lo vedo, un film che mi fa andare a letto con il mal di testa, ma che vale la pena di vivere...
Un film che fa pensare a quanto ormai siamo diversi da quel 1966 e quanto invece siamo uguali, nel bene e nel male.
Un film che é un piccolo pezzo di ogni nostra famiglia.
Un piccolo affresco di quella gioventù che per chi l'ha vissuta era davvero la" meglio gioventù".
Un film molto prezioso per me! 
Concludo facendo un plauso alla meravigliosa Adriana Asti, in scena, la madre dei fratelli Carati, dolce e amabile, fragile e titanica. 
Il film ha vinto molteplici e meritati premi, ma, forse, il premio più grande per la pellicola é quello di emozionare lo spettatore come la prima volta, facendolo rimbalzare rocambolescamente a capo fitto nella vicenda.
Un pugno nello stomaco a tratti, aria lieve in altri...
Betta

5 commenti:

  1. Film semplicemente meraviglioso, l'ho visto quattro volte e concordo pienamente sull'aggettivo che hai usato: disarmante!

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    1. Ciao!!!!
      É bello sapere che la pensi come me!
      Disarmante, vero?
      Lo trovo il termine più adatto!
      Grazie di avermi letta.
      Un caro saluto... Betta

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  2. Dura quasi sei ore, ma ne vale sempre la pena!
    Anche io ho un blog, se vuoi facci un salto,
    Shane.

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    1. Sei ore valide!!! Eh eh...
      Ho visto il tuo blog e sembra davvero interessante...
      Intanto mi sono immessa in coloro che ti seguono..Mi sono iscritta!
      Seguimi anche tu!!!!
      Sará bello leggere i tuoi post...
      Intanto abbiamo la meglio gioventú in comune!!!
      Betta

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